Scaldacqua: quando il risparmio energetico inizia dalla piccole cose…
Brutto, bruttissimo, ma soprattutto dannatamente energivoro…
Si… energivoro!
Si definisce proprio così un apparecchio che impiega tanta energia per fornirti un certo servizio!
Il vecchio scaldabagno elettrico è proprio questo: un ineffabile “trangugiatore di corrente elettrica”, consuma uno sproposito per fornirti quel poco di acqua calda sanitaria!
In buona sostanza questo tipo di produzione ha un rendimento energetico bassissimo se posto a confronto con sistemi alternativi, come ad esempio gli scaldacqua a gas, che nonostante tutto, è bene precisare non eccellono comunque nel ruolo.
Purtroppo, nonostante tale “difetto” sia oramai risaputo, ancora oggi, nell’era della tecnologia, questo è un sistema diffusissimo, soprattutto nei grandi condomini (almeno quelli più vecchi) dove il riscaldamento centralizzato non prevede anche la produzione centralizzata di acqua calda.
Infatti sono ancora molti i casi in cui rompendosi lo scaldacqua, quest’ultimo viene semplicemente rimpiazzato, senza domandarsi se esiste una tecnologia più evoluta che consenta di risparmiare energia e soldi…
Peccato… perchè l’alternativa ci sarebbe e fatti “due conti”, è anche conveniente…
Lo scaldabagno a pompa di calore rappresenta la “nuova generazione” degli scaldacqua, un apparecchio tecnologico attraverso il quale si ottengono dei benefici in termini di consumo energetico e quindi di risparmio economico di assoluto valore.
La pompa di calore, ben più conosciuta nei sistemi di climatizzazione invernale ed estiva, è una “macchina” che contrariamente a quanto si possa pensare è in grado anche di riscaldare l’acqua oltre che l’aria!
Questo sistema non fa altro che sfruttare l’energia comunemente disponibile sotto forma di calore nell’aria esterna (detta appunto energia aerotermica) e renderla “pregiata” attraverso un preciso ciclo termodinamico che non è, ne più ne meno, di quello che comunemente esegue il frigorifero nella nostra abitazione.
Lo scaldacqua P.d.C. (pompa di calore) è molto simile concettualmente al climatizzatore che durante il periodo invernale riscalda la tua casa, solo che in questo caso internamente non c’è un’unità che emette aria calda, bensì un un serbatoio di accumulo (del tutto analogo al boiler elettrico), il quale “si riscalda” scambiando calore attraverso il contatto con una serpentina in cui circola il fluido refrigerante riscaldato.
In commercio esistono due tipologie di scadacqua a pompa di calore:
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versione split dotata di un unità esterna (come quello in foto);
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versione monoblocco sprovvista di unità esterna.
Quest’ultima soluzione è molto interessante nel caso in cui per diversi motivi ( centro storico, zona soggetta a vincoli paeseggistici e/o architettonici, in mancanza di permessi condominiali, etc.), non vi sia la possibilità di installare l’unità esterna su una facciata o sulla copertura dell’edificio.
I vantaggi di uno scadabagno a pompa di calore…
Sta proprio nell’alto rendimento termico che lo contraddistingue: infatti il coefficiente di prestazione degli scaldacqua a pompa di calore detto in gergo tecnico C.O.P. ( acronimo inglese di coefficient of performance) si attesta tipicamente tra i valori 2,6 e 3,4 a seconda del valore di temperatura dell’aria esterna.
In sostanza per 1 kW elettrico immesso nella macchina, si ottengono tra i 2,6 ed i 3,4 kW termici da poter sfruttare: ciò significa un rendimento tra il 160 e il 240 % contro il misero 75% che contraddistingue il rendimento del classico boiler elettrico!
Quant’è il risparmio effettivo?
Prendiamo il caso di una famiglia composta da 4 persone il cui fabbisogno di acqua calda sanitaria è garantito da uno scaldabagno elettrico ad accumulo avente potenza di 1200W acceso per 6 ore giornaliere: in questo caso valutato che il consumo medio annuo ammonta all’incirca a 2000 kWh elettrici ( quale termine di paragone si consideri che tale valore è 8 volte il consumo di un frigo CLASSE A da 300 Lt sempre acceso! ) ed assunto il costo medio dell’energia elettrica di circa 0,25 €/KWh, si perviene ad un costo per produzione annua di acqua calda di circa 500 €.
Se invece lo stesso fabbisogno fosse assicurato da uno scaldacqua P.d.C., considerando che tale sistema consuma circa 1/3 del boiler elettrico, avremo un costo energetico per la medesima produzione di acqua calda sanitaria pari a circa 170 €, con un risparmio considerevole che ammonta a circa 330 € l’anno!
A questo punto sapendo che il costo per fornitura ed installazione di uno scaldacqua P.d.C. di media capacità (110Lt.) si aggira intorno ai 1300 €, va da se che i tempi di ritorno semplice dell’investimento (in gergo tecnico detto “payback time”) risulta di poco inferiore ai 4 anni!
Ciò significa che dopo tale periodo avremo ammortizzato completamente il costo dell’investimento e andremo a risparmiare ogni anno una discreta cifra!
Ulteriore risparmio con l’incentivo del GSE…
Se consideriamo l’incentivo reso disponibile dal GSE ( Gestore Servizi Energetici – è la società individuata dallo Stato per perseguire e conseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale nei due pilastri delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica) attraverso il “conto termico 2.0”, l’investimento può essere <<ancora più conveniente>>.
Infatti per chi decidesse di sostituire il vecchio boiler elettrico con uno a P.d.C., c’è la possibilità di accedere ad un incentivo ( soldi “a fondo perduto” ) che prevede la restituzione di una quota forfettaria della spesa sostenuta:
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fino a 400 € resi in unica rata annuale ( rimborso quasi immediato ) per scaldacqua aventi capacità di accumulo inferiore o uguale a 150 litri;
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fino a 700 € reso in 2 rate annuali per scaldacqua aventi capacità di accumulo superiore a 150 litri;
E’ chiaro come in questo caso il payback time ( tempo di ritorno dell’investimento) possa quindi scendere ulteriormente rispetto a quanto già previsto!
Segnalo per, dovere di cronaca, che vi sono anche altri interventi di efficientamento energetico incentivabili attraverso tale strumento (per maggiori info è possibile consultare il portale del GSE al seguente link https://www.gse.it/servizi-per-te/efficienza-energetica/conto-termico/ulteriori-informazioni), ma non in tutti i casi, nonostante tale opportunità, i tempi di ritorno dell’investimento ed il risparmio energetico conseguibile risultano tangibilmente convenienti.
E’ per questo che nell’ottica di portare a termine un investimento che potrebbe assumere anche una certa “importanza economica” è sempre bene affidarsi ad un professionista esperto in risparmio energetico, il quale valuterà con precisione tutte le variabili in gioco e, magari attraverso una approfondita diagnosi energetica, saprà individuare le opportunità più convenienti che fanno al caso specifico.
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